La favola di Rasiglia

La favola di Rasiglia

La favola di Rasiglia

Nell’area della montagna folignate, lungo la strada statale 319 sellanese, a oltre 600 metri di altitudine, si trova Rasiglia, un luogo perso nel tempo. La sua ragione d’essere è l’acqua. Dalla fragorosa sorgente di Capovena sembra scaturire tutto l’abitato che si dispiega, secondo la disposizione naturale, ad anfiteatro e sorge come borgo necessario alla rocca che, ancora forte del suo antico ruolo, sovrasta con l’alta mole le molte case, strette tra loro in una solidale vicinanza. Un molino, una gualchiera, alcune case nel borgo erano di proprietà dei Trinci che, sfruttando la preziosa presenza dell’acqua, avevano dato vita a quelle attività che per secoli hanno poi garantito la vita di tutta la comunità. A Rasiglia, dovunque, ogni percorso è scandito dall’acqua.

La favola di Rasiglia
Suggerimenti di visita

Oggi il visitatore che giunge in questo luogo rimasto celato a molti non troverà solo scorci da fotografare, acqua di sorgente da bere, il rumore di cascate da ascoltare chiudendo gli occhi. Oggi Rasiglia è molto di più: è un museo a cielo aperto, lungo le cui strade compaiono installazioni che raffigurano donne e filande, che rievocano pensieri e poesie; un museo fatto di macine quattrocentesche e grandi setacci, di roccia spugnosa e muraglioni di pietra, di telai immensi, ingranaggi, arcolai. Nei dintorni merita una visita il Santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia. Circondato dalla quiete e dal silenzio dei boschi, è un luogo a cui si giunge con deferenza, quasi si potesse percepire nell’aria tutto il mistero e la sacralità che avvolgono questo meraviglioso luogo di culto.


Un sistema unico di opere incastonate in ogni luogo

Un catalogo di capolavori, grandi artisti ... Ti guardi attorno: un pozzo etrusco, monumenti romani ma anche mosaici bizantini e ancora Giotto e Perugino. Troverai luoghi non dissimili a secoli fa, dove tutto ha conservato il suo fascino immutato

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